Senza dubbio fra i liutai più importanti del Novecento italiano, Ferdinando Garimberti nacque nel 1894 a Mamiano di Traversetolo, sulle colline a sud di Parma, ma si trasferì con la famiglia a Milano durante l'infanzia. Fin da giovane, il futuro liutaio aveva lavorato come falegname e fabbro per aiutare il sostentamento della famiglia di umili origini. Nel 1912 avvenne l'incontro con Romeo Antoniazzi; questi lo introdusse alla liuteria, che esercitava su Garimberti un grande fascino, e lo presentò anche al fratello Riccardo, che però era destinato a morire di lì a poco. Nel periodo successivo Garimberti iniziò a lavorare per l'atelier di Leandro Bisiach e per Giuseppe Pedrazzini e, dopo la pausa imposta dalla Prima guerra mondiale, riprese i contatti con queste due rinomate botteghe, per le quali realizzava singoli pezzi di strumenti per una paga piuttosto esigua. Senza dubbio però il principale riferimento stilistico di Garimberti negli anni '20 e '30 fu Giuseppe Ornati.
Il suo stile, inizialmente molto simile a quello del più maturo maestro, negli anni successivi si evolvette in forme più decise e vigorose, prendendo esempio, più che dai modelli Stradivari "Amatisé" prediletti da Ornati, dai successivi strumenti posteriori al 1710: ricci più massicci, punte più robuste, ma con una lavorazione sempre attenta e raffinata, perfettamente riconducibile alla tradizione milanese e alla sua caratteristica eleganza. Premiato in numerosi concorsi, Garimberti acquisì una prestigiosa reputazione e fu coinvolto anche nell'acquisto del famoso violino "Cremonese" di Antonio Stradivari, oltre che a essere chiamato a insegnare in corsi di perfezionamento alla Scuola di liuteria di Cremona.