Niente può sostituire l’esame diretto di un grande strumento del passato. Il contorno dello strumento e dei fori armonici vengono rilevati evitando ogni distorsione, quinte e seste di curvatura della bombatura sono adattate sullo strumento, ed ogni parte viene misurata attraverso una procedura rigorosa. È possibile inoltre ricavare calchi tridimensionali che consentono di conservare riferimenti costanti durante la costruzione ed effettuare indagini endoscopiche per accertare i metodi e i materiali impiegati nella costruzione interna ed eventuali restauri presenti. Nello sviluppo delle nostre metodologie, e in particolare in occasione delle pubblicazioni a cui ci siamo dedicati, sono state impiegate anche procedure più complesse.
Le metodologie di indagine
Ingrandimento fotografico della vernice sul fondo di un G. B. Guadagnini, in luce visibile e UV
Gli esami radiografici, ad esempio, consentono di valutare lo stato conservativo dell’esemplare, in particolare in presenza di danni da insetti xilofagi; la tomografia assiale aiuta a conoscere in profondità i dettagli di costruzione: queste indagini consentono di ricavare la densità del materiale, stime della massa vibratoria dei piani, accurate ricostruzioni della forma e della elevazione della bombatura e del volume d’aria interno allo strumento. La dendrocronologia può datare con esattezza gli anni di accrescimento dell’abete; l’analisi della risposta di frequenza può dare suggerimenti sul comportamento vibratorio di uno strumento. Le indagini stratigrafiche aiutano a sfatare i miti che hanno oscurato un approccio obbiettivo al processo di verniciatura, indicando la successione e la costituzione chimica dei trattamenti utilizzati. Queste metodiche permettono di avere una consapevolezza più profonda delle tecniche impiegate in passato, e guidano il continuo miglioramento degli strumenti oggi realizzati.
Una sezione trasversale della viola Girolamo Amati Cremona, 1625 ca ottenuta con microtomografia assiale