Balestrieri, Tommaso

Tommaso Balestrieri nacque nel 1713 in un piccolo villaggio chiamato Viustino, a sud del territorio di Piacenza nella Val Nure. A circa 18 anni di età da qui si trasferì a Mantova, dove però inizialmente non lavorò professionalmente come liutaio: lo troviamo infatti impiegato in qualità di lacchè presso alcune nobili famiglie locali, fra cui gli eredi del marchese Carbonelli, un noto collezionista di violini. La sua attività di costruttore risale alle fine degli anni '50 del Settecento, quando si iscrisse alla locale corporazione dei falegnami, ma solo dai primi anni '60 vediamo strumenti firmati con la sua classica etichetta a stampa, in cui egli, al pari di Giovanni Battista Guadagnini, si definiva Cremonese nonostante fosse piacentino di origine.

Balestrieri predilesse inizialmente un modello vagamente ispirato a quello di Pietro Guarneri, ma a partire dal 1770 circa il suo gusto evolvette in un senso più stradivariano, adottando sempre più spesso anche bombature più piatte e tese. La scultura della testa è fortemente personale, con la chiocciola che termina alla sommità superiore dell'occhio e il sottogola del riccio con una linea centrale molto incavata. Inizialmente più delicate e ben lavorate, negli anni le sue teste diventarono sempre più forti e massicce, mentre le effe assumevano un modello più allungato e suo caratteristico. Balestrieri moriva senza eredi a Mantova nel 1796, anche se la sua produzione, che comprende numerosi violini, ma anche viole e violoncelli, ebbe una profonda influenza sui suoi indiretti successori, come Alessandro Zanti e Giuseppe Dall'Aglio.

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Tommaso Balestrieri, violino, Mantova - c. 1770

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Tommaso Balestrieri, viola, Mantova - 1775

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Tommaso Balestrieri, violoncello, Mantova - 1779

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