Giovanni Battista Guadagnini nasce nel 1711 a Bilegno, sulle colline a sud di Piacenza, in una comunità eminentemente agricola. Il padre Lorenzo, ritenuto tradizionalmente liutaio, come prima occupazione gestiva in realtà un'osteria, per cui le origini dell'interesse di Giovanni Battista per il mondo degli strumenti musicali non possono essere al momento spiegate con certezza. Trasferitosi a Piacenza, i primi strumenti firmati da Guadagnini risalgono all'inizio degli anni quaranta del Settecento, e ben presto si contraddistinguono per uno stile personale, ma anche per una scelta dei materiali e dei modelli che testimoniano di una precisa consapevolezza del loro autore rispetto ai più recenti sviluppi della liuteria di quell'epoca.
Nel 1749 Guadagnini si porta a Milano, una città che senz'altro poteva offrire stimoli e un mercato più dinamico di quello della sua provincia di origine. Seppur esistano alcuni strumenti del 1758 recanti un'etichetta originale che identifica in Cremona la città in cui essi furono costruiti, non abbiamo altre notizie d'archivio che confermino la sua presenza in città. Nel 1759 Guadagnini si trasferisce con la famiglia a Parma, dove viene ben presto assunto alle dipendenze del duca don Filippo di Borbone per tramite del suo ministro Guillaume du Tillot; è questo un raro caso nel panorama italiano in cui un famoso liutaio viene stipendiato direttamente dalla corte, con la mansione di prendersi cura degli strumenti della sua orchestra. Dopo circa dodici anni trascorsi nel ducato, Guadagnini intraprende un nuovo spostamento, questa volta verso la città di Torino, allora importante centro musicale e dove Guadagnini entra in contatto con il nobile collezionista di strumenti Ignazio Alessandro Cozio, conte di Salabue. Dal 1773 e per quattro anni, Guadagnini lavora esclusivamente per il nobile, che nel 1776 riesce anche ad acquisire presso gli eredi di Antonio Stradivari le forme, i disegni e gli attrezzi del grande liutaio cremonese. Il nobile avrebbe voluto infondere un nuovo impulso alla liuteria ottenendo che il suo talentuoso protetto si servisse di questi materiali per la costruzione dei suoi strumenti, ma l'ostilità di Guadagnini nei confronti di questo proposito e dissapori economici causano nel 1777 una definitiva rottura fra i due. Da quel momento Guadagnini continua a lavorare a Torino in proprio, e assistito anche dai figli, che poi tramandano l'attività di bottega agli eredi per varie generazioni fino al Novecento inoltrato.
Guadagnini è stato un autore estremamente prolifico ed è ritenuto il maggior liutaio italiano della seconda metà del Settecento: i suoi violini sono ricercati strumenti da concerto, mentre nelle viole e nei violoncelli Guadagnini si mostra un grande sperimentatore elaborando modelli del tutto originali. Il suo stile è inoltre assai vario e viene suddiviso solitamente in base alla città di produzione, che ne influenza le preferenze costruttive e rispetto ai materiali impiegati.